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Questo lavoro di Gian Carlo Zanon ruota intorno a un tema fondamentale per la cultura occidentale: l'esistenza di quella «natura spirituale altrettanto necessaria, concreta e dai contorni altrettanto sicuri quanto la natura fisica» di cui accenna il giovane Karl Marx nella famosa lettera al padre. La "natura spirituale", in ogni cultura e in ogni tempo, è stata immaginata e descritta in vari modi: è quel daîmòn interiore che impediva a Socrate di compiere atti iniqui; è quello spirito che «deve essere destato nelle profondità del sangue» di cui parlò E Garcia Lorca nella sua relazione cubana sul duende; è quell'anima immortale creata dal divino demiurgo; è infine quell'alter ego di cui ha narrato la letteratura universale dall'epopea di Gilgamesh a La Caduta di Albert Camus e oltre. In questo saggio vengono indagati i suggestivi percorsi del demonico, dal suo primo apparire nell'età del bronzo nel pensiero magico/religioso, alla sua costante presenza in ogni forma letteraria ed artistica contemporanea.